Sintomi
I sintomi si manifestano in un paziente su dieci entro due o tre giorni dall’ingestione di acqua o cibo contaminati dalle cisti. Inizialmente, il paziente si presenta con diarrea copiosa, con feci liquide spesso sanguinolente e mucoidi a causa della grave infiammazione intestinale causata dal parassitismo. Sono accompagnati da forti dolori addominali e spesso da febbre. Questi sintomi di solito si placano entro una settimana.
C’è una forma cronica di parassitosi che può presentarsi anni dopo, alternando periodi di diarrea copiosa con grave costipazione.
A volte durante la fase acuta della diarrea sanguinolenta, una massa dolorosa può essere palpabile nell’addome, a causa dell’infiammazione localizzata: questo è chiamato ameboma.
Le complicazioni della fase acuta sono la perforazione intestinale, le ulcere perianali, o la migrazione delle amebe in altre parti del corpo, dove possono causare ascessi, principalmente nel fegato, ma possono anche essere visti nei polmoni, nel cuore o nel cervello.
Diagnosi
La diagnosi di amebiasi intestinale è fatta osservando le cisti nelle feci al microscopio.
Gli anticorpi dell’ameba possono essere rilevati in un esame del sangue due settimane dopo il contagio.
Imagini come l’ecografia o la tomografia computerizzata (CT) possono essere richieste se si sospetta un ameboma o un ascesso epatico.
Trattamento
Trattamento dell’infezione da Entamoeba histolytica sarà con l’uso di metronidazolo se i pazienti sono sintomatici. La sostituzione dell’acqua e degli elettroliti è anche essenziale per prevenire la disidratazione.
In caso di ascesso o ameboma, può essere necessaria una resezione chirurgica.
Misure preventive
Le misure preventive per l’amebiasi intestinale sono igieniche, il che significa che quando si viaggia, consumare solo acqua in bottiglia o clorata e solo cibo cotto e genuino. In caso di sintomi della malattia, è importante andare in un centro di emergenza il più presto possibile.