Anticorpo fluorescente diretto

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Trova le fonti: “Direct fluorescent antibody” – news – newspapers – books – scholar – JSTOR (July 2009) (Learn how and when to remove this template message)

Un anticorpo fluorescente diretto (DFA o dFA), noto anche come “immunofluorescenza diretta”, è un anticorpo che è stato etichettato in un test di anticorpo fluorescente diretto. Il suo nome deriva dal fatto che verifica direttamente la presenza di un antigene con l’anticorpo marcato, a differenza del western blotting, che utilizza un metodo indiretto di rilevazione, dove l’anticorpo primario lega l’antigene bersaglio, con un anticorpo secondario diretto contro il primario, e un tag attaccato all’anticorpo secondario.

Lo striscio di impronta cerebrale di topo colorato con FA diretta rivela la presenza del batterio Chlamydia psittaci. 400X.

Sono disponibili kit commerciali di test DFA, che contengono anticorpi marcati con fluorescenza, progettati per colpire specificamente antigeni unici presenti nei batteri o virus, ma non presenti nei mammiferi (Eucarioti). Questa tecnica può essere utilizzata per determinare rapidamente se un soggetto ha una specifica infezione virale o batterica.

Nel caso dei virus respiratori, molti dei quali hanno sintomi ampi simili, la rilevazione può essere effettuata utilizzando campioni di lavaggio nasale dal soggetto con la sospetta infezione. Anche se è possibile ottenere cellule di spargimento nel tratto respiratorio, è spesso in basso numero, e quindi un metodo alternativo può essere adottato in cui cultura cellulare compatibile può essere esposto a campioni di lavaggio nasale infetto, quindi se il virus è presente può essere coltivato fino a una quantità maggiore, che può quindi dare una lettura positiva o negativa più chiara.

Come per tutti i tipi di microscopia a fluorescenza, è necessario determinare la corretta lunghezza d’onda di assorbimento per eccitare il tag fluoroforo attaccato all’anticorpo e rilevare la fluorescenza emessa, che indica quali cellule sono positive alla presenza del virus o dei batteri da rilevare.

L’immunofluorescenza diretta può essere usata per rilevare depositi di immunoglobuline e proteine del complemento in biopsie di pelle, reni e altri organi. La loro presenza è indicativa di una malattia autoimmune. Quando la pelle non esposta al sole viene testata, un IF diretto positivo (il cosiddetto Lupus band test) è una prova di lupus eritematoso sistemico. L’anticorpo fluorescente diretto può anche essere usato per rilevare le infezioni parassitarie, come è stato sperimentato da Sadun, et al. (1960).

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