Gente di mare, uno dei gruppi di aggressivi navigatori che invasero l’Anatolia orientale, la Siria, la Palestina, Cipro e l’Egitto verso la fine dell’età del bronzo, specialmente nel XIII secolo a.C. Sono ritenuti responsabili della distruzione di vecchie potenze come l’impero ittita. A causa della brusca interruzione delle registrazioni del Medio Oriente antico come risultato delle invasioni, l’esatta estensione e l’origine degli sconvolgimenti rimangono incerti. La prova principale, ma unilaterale, dei Popoli del Mare si basa su testi e illustrazioni egiziane; altre importanti informazioni provengono da fonti ittite e da dati archeologici.
Gli Egizi intrapresero due guerre contro i Popoli del Mare: la prima, nel quinto anno del re Merneptah (1236-23 a.C.); la seconda, nel regno di Ramses III (1198-66 a.C. circa).
Le identificazioni provvisorie dei Popoli del Mare elencati nei documenti egizi sono le seguenti: Ekwesh, un gruppo di Greci dell’età del bronzo (Achei; Ahhiyawa nei testi ittiti); Teresh, Tirreni (Tyrsenoi), noti ai Greci successivi come marinai e pirati dell’Anatolia, antenati degli Etruschi; Luka, un popolo costiero dell’Anatolia occidentale, noto anche da fonti ittite (il loro nome sopravvive nella Licia classica sulla costa sud-ovest dell’Anatolia); Sherden, probabilmente sardi (gli Sherden agirono come mercenari degli egiziani nella battaglia di Kadesh, 1299 a.C.); Shekelesh, probabilmente identico alla tribù siciliana chiamata Siculi; e Peleset, generalmente ritenuto riferirsi ai Filistei, che forse provenivano da Creta e furono l’unica grande tribù dei popoli del mare a stabilirsi permanentemente in Palestina.
L’identificazione di altri popoli del mare menzionati nei documenti è molto più incerta.
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