L’argomento di oggi è “ain’t” e alcune altre fastidiose contrazioni.
Per citare le famose battute iniziali del primo film parlato, The Jazz Singer: “Wait a minute, wait a minute! Non avete ancora sentito niente!”
Potresti essere stato rimproverato – o almeno corretto – per aver usato questa contrazione gergale, ma sai come è nato “ain’t” e quando è giusto usarlo?
Rassegna delle contrazioni
Ti ricorderai che quando due parole vengono spinte insieme e almeno una lettera viene rimossa e sostituita da un apostrofo, si forma una contrazione.
“You would” o “you had” diventa “you’d”. “Ti piacerebbe questa torta di carote, Bunny”. Oppure, “Faresti meglio ad alzarti ora, Neil.”
“Lei è” o “lei ha” diventa “lei è”. “Lei è molto felice per te, Joy”. Oppure, “Ti sta camminando addosso, Matt.”
Cosa si dovrebbe dire al posto di ‘Ain’t’?
Il Random House Dictionary fa notare che anche se “ain’t” è considerato improprio o slang, in realtà è nato come alternativa ad altre due contrazioni, una goffa e una semplicemente sbagliata dal punto di vista grammaticale.
Immettiamo che qualcuno dica, “Sto andando bene, vero?” Bene, che cosa sostituisce “non sto bene”? Potrebbe essere, “non lo sono?”
“Sto andando bene, no? Questo è corretto, ma un po’ goffo e, nella conversazione casuale di oggi, forse indebitamente appropriato. Giratelo e accorciatelo in una contrazione, ed è ancora più goffo: “I’m doing all right, amn I?
Un’alternativa peggiore è “aren’t I?”. Che suggerisce la costruzione “I are doing all right, aren’t I?”
Random House, nella sua sezione d’uso, offre un’opzione migliore: “Sto facendo tutto bene, non è così? Ancora più semplice, provate questo: “Sto andando bene?” E ricordate, “all right” è composto da due parole, “all” – con due l – e “right”.
It Ain’t Right to Say ‘Ain’t’
“Ain’t” non si usa esclusivamente in prima persona singolare, naturalmente.
Consideriamo la coniugazione:
-
I ain’t
-
You ain’t
-
He, she or it ain’t
-
We ain’t
-
You ain’t
-
They ain’t
Wow. E’ davvero versatile. È un peccato che di solito non sia accettabile, vero? Ooh, mi sto commuovendo.
Quando è accettabile ‘Ain’t’?
Circa le uniche volte in cui “ain’t” è accettabile sono nel dialogo o quando si vuole trasmettere un tono colloquiale. Per esempio, nel primissimo esempio che vi ho dato da “The Jazz Singer” – “You ain’t heard nothin’ yet-” “ain’t” dà un tono terragno al personaggio principale, Jakie Rabinowitz.
Nel film Il Mago di Oz, il Leone Codardo dice, “Ain’t it the truth, Ain’t it the truth?! Qui, “ain’t” è usato per l’effetto comico.
Alla scuola elementare, si potrebbe aver sentito un compagno di classe intelligente-aleccio dire: “Non userò più ‘ain’t’, perché ‘ain’t’ non è nel dizionario”. Beh, in realtà lo è; ma devi stare molto attento a come lo usi.
Forse il “ain’t” meglio ricordato faceva parte di una citazione errata. Sulla scia dello scandalo dei Black Sox del 1919, in cui i membri dei Chicago White Sox contribuirono al lancio delle World Series, “Shoeless” Joe Jackson lasciò il tribunale e un giovane fan chiese: “Non è vero, giusto, Joe?”
Un giornalista apparentemente lo gonfiò un po’, e “Say it ain’t so, Joe,” divenne parte della tradizione sportiva, trovando persino la sua strada nel dibattito vice-presidenziale dell’anno scorso.
Il consiglio veloce e sporco
Come per molti modi di dire, la regola qui è il contesto. Negli affari, negli studi e in altri scritti formali, omettete “ain’t”, a meno che non sia usato in una citazione diretta, e non andate mai in giro a dirlo nella conversazione generale a meno che non faccia parte di una battuta o di un detto ben noto. Nel dialogo o per trasmettere un tono vernacolare nella prosa, usatelo con discrezione. Trattatela come la senape piccante; non fatene un intero panino.
E’ ‘Could’ve’ o ‘Could Of’?
Mentre siamo in tema di contrazioni, diamo un’occhiata a cosa è successo alle costruzioni “would have,” “could have,” e “should have. La gente ha sentito il perfettamente corretto “could’ve” – e l’ha sentito come “could of”.
C’è il verbo di aiuto “could”, ma poi se si scrive “could of”, non ha un verbo principale di aiuto. Quindi, in teoria, sta aiutando una preposizione, “di”. Spiacente, non funziona così. È “avrebbe potuto.”
Negli episodi precedenti, abbiamo parlato di come la lingua si evolve e di come alcune costruzioni più rigide siano diventate tacitamente accettabili attraverso un uso diffuso. Beh, non per questo. È una regola ferrea.
Per mantenere vivo un inglese decente, fate un piccolo sforzo in più ed enunciate: “avrebbe”, “avrebbe potuto” e “avrebbe dovuto”.
“Beh,” si potrebbe dire, “ho intenzione di migliorare la mia dizione.”
Sì, sì — woulda, coulda, shoulda.
Dovresti dire ‘Could Care Less’ o ‘Couldn’t Care Less’?
Ora immaginiamo che qualcuno ti dica qualcosa che per te non fa alcuna differenza.
“Glenn e Dale hanno detto che non si uniranno a noi nel nostro viaggio nella valle.”
Per esprimere la tua assoluta indifferenza, rispondi, “Non potrebbe fregartene di meno.”
Ops. In realtà, non te ne potrebbe importare – non te ne potrebbe importare di meno. Sei a zero sul care-o-meter, e non ci sono numeri negativi su quella scala.
Se dite che potrebbe importarvi di meno, state dicendo implicitamente che vi importa, anche se è solo un po’, un pizzico, una briciola, un iota-ossiamo dire, una briciola.
Un consiglio bonus!
Nei casi di “potrebbe di” e “potrebbe importarmi di meno”, ricordate il vecchio metodo: pensate al significato di quello che state dicendo. Se una costruzione non ha davvero senso, probabilmente non è quello che vuoi trasmettere.
Ragan.com
Questo podcast è stato scritto da Rob Reinalda, executive editor per Ragan Communications (word_czar su Twitter), e io sono Mignon Fogarty, l’autrice di The Grammar Devotional.