Jhumpa Lahiri

Jhumpa Lahiri, pseudonimo di Nilanjana Sudeshna Lahiri, (nato l’11 luglio 1967, Londra, Inghilterra), romanziere e scrittore di racconti americano di origine inglese le cui opere illuminano l’esperienza degli immigrati, in particolare quella degli indiani dell’est.

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Lahiri è nata da genitori bengalesi di Calcutta (ora Kolkata) – suo padre bibliotecario universitario e sua madre insegnante – che si trasferirono a Londra e poi negli Stati Uniti, stabilendosi a South Kingstown, Rhode Island, quando lei era giovane. I suoi genitori rimasero comunque legati alla loro cultura dell’India orientale e decisi ad allevare i loro figli con l’esperienza e l’orgoglio della loro eredità culturale. Lahiri fu incoraggiata dai suoi insegnanti di scuola elementare a mantenere il suo soprannome di famiglia, Jhumpa, a scuola. Sebbene abbia scritto in modo prolifico durante gli anni della scuola pre-universitaria, non ha abbracciato una vita da scrittrice fino a dopo essersi laureata (1989) con un B.A. in letteratura inglese al Barnard College e ha ottenuto tre master (in inglese, scrittura creativa e letteratura e arti comparate) e un dottorato (in studi rinascimentali) alla Boston University negli anni 90.

Durante la scuola di specializzazione e poco dopo, Lahiri ha pubblicato una serie di racconti in riviste come The New Yorker, Harvard Review e Story Quarterly. Ha raccolto alcuni di questi racconti nella sua raccolta di debutto, Interpreter of Maladies (1999). I nove racconti, alcuni ambientati a Calcutta e altri sulla costa orientale degli Stati Uniti, esaminano argomenti come la pratica del matrimonio combinato, l’alienazione, la dislocazione e la perdita della cultura e forniscono uno sguardo alle esperienze degli immigrati indiani e alla vita dei calcuttani. Tra i premi ottenuti da Interpreter of Maladies ci sono il Premio Pulitzer 2000 per la narrativa e il Premio PEN/Hemingway 2000 per la narrativa d’esordio.

Lahiri si è poi cimentata in un romanzo, producendo The Namesake (2003; film 2006), una storia che esamina i temi dell’identità personale e i conflitti prodotti dall’immigrazione seguendo le dinamiche interne di una famiglia bengalese negli Stati Uniti. Ritorna alla narrativa breve in Unaccustomed Earth (2008), una raccolta che prende come soggetto l’esperienza dell’immigrazione e quella dell’assimilazione nella cultura americana. Il suo romanzo The Lowland (2013) racconta i percorsi divergenti di due fratelli bengalesi. Il racconto è stato nominato sia per il Man Booker Prize che per il National Book Award e ha fatto guadagnare a Lahiri il 2015 DSC Prize for South Asian Literature, un premio istituito nel 2010 dagli sviluppatori di infrastrutture DSC Limited per onorare i risultati degli scrittori dell’Asia meridionale e “per aumentare la consapevolezza della cultura dell’Asia meridionale in tutto il mondo.”

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Lahiri ha ricevuto la National Humanities Medal 2014 dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama nel 2015. Lo stesso anno ha pubblicato il suo primo libro scritto in italiano, In altre parole, una meditazione sulla sua immersione in un’altra cultura e lingua. Lahiri ha continuato a scrivere in italiano e nel 2018 ha pubblicato il romanzo Dove mi trovo.

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