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Tip 1: Dopo o dopo
Io vado a comprare una tazza di caffè e dopo, leggerò il tuo manoscritto.
Il traffico era pesante, quindi siamo andati avanti a malapena.
Le direzioni sono al contrario; non puoi arrivarci così.
Il sole si alzò verso l’alto e abbagliò nel cielo mattutino.
Verso la fine del film, capimmo cosa stava per succedere.
E allora qual è la storia di queste parole, comunque? Si può usare una ‘s’ alla fine o no?
La prima cosa che potreste notare su queste parole è che sono tutte parole associate alla direzionalità, sia in termini di tempo che di spazio (ad esempio, indietro, verso l’alto, in avanti, verso il mare, dopo). Inoltre, la maggior parte di queste parole possono funzionare sia come avverbi che come aggettivi; l’eccezione è afterward che funziona solo come avverbio.
Queste parole possono essere scritte con una ‘s’ o senza. Quando terminano con ‘wards’, le parole possono essere usate solo come avverbi. La forma aggettivale termina sempre con ‘ward.’
Quindi quale usare?
Entrambe le forme sono corrette; tuttavia, la forma che termina senza una ‘s’ è vista come più formale, ed è la forma che dovremmo usare nella nostra scrittura formale. Non puoi sbagliare se finisci le parole con ‘ward.’
Tra l’altro, fai attenzione a non confondere ‘afterward’ con ‘afterword’. Una ‘postfazione’ è un epilogo di un’opera di scrittura. Allo stesso modo, una ‘prefazione’ è un prologo e non dovrebbe essere confusa con ‘forward.’
Tip 2: Discreto o discreto
Di recente mi sono imbattuto in questo:
Per l’analisi, abbiamo diviso gli intervistati in tre gruppi discreti.
Mentre fa male vederlo, purtroppo, questo errore è relativamente comune nella nostra scrittura. La parola che l’autore voleva è “discreto”.
“Discreto” significa prudente o giudizioso nella propria condotta.
Teneva per sé ciò che sapeva, pensando che fosse a suo vantaggio essere discreto.
“Discreto” significa separato o distinto.
Quando si scrive un manoscritto scientifico, è necessario includere cinque sezioni discrete: introduzione, metodi, risultati, discussione e conclusioni.
Entrambe le parole si sono evolute dalla stessa parola latina, discretus, che significa separato.
Mentre in generale ‘discreto’ è la parola più comune, nella scienza e nella ricerca, ‘discreto’ è più comunemente visto.
Se hai difficoltà a ricordare quale sia, pensa al fatto che le ‘e’ in discreto sono separate dalla ‘t’. Sono separate e distinte, infatti, due lettere discrete.