Sommario
È stato a lungo riconosciuto che Giovanni Calvino ammirava Martin Lutero e che la teologia del francese in vari momenti si avvicinava all’insegnamento di Wittenberg. Questo rapporto, tuttavia, fu sempre mediato, in particolare attraverso l’opera di Filippo Melantone. La letteratura su Calvino non ha pienamente apprezzato il modo in cui i suoi riferimenti epistolari e letterari a Lutero facevano parte delle strategie retoriche del riformatore francese per forgiare l’unità tra le chiese della Riforma protestante. Calvino credeva che la divisione tra Wittenberg e Zurigo costituisse la pietra d’inciampo centrale per una piena riforma della chiesa, e vedeva se stesso, come estraneo, in una posizione unica per rompere l’impasse. Il modo in cui i riformatori intendevano la cattolicità delle chiese si estendeva ben oltre le località in cui si trovavano. Le loro interpretazioni dell’unità erano strettamente legate alle letture della storia ecclesiastica e dottrinale, e al modo in cui essi intendevano che la Riforma fosse in continuità con le tradizioni apostoliche. Riforma, cattolicità e tradizione erano componenti essenziali del pensiero dei riformatori che devono essere indagati attraverso un approccio più organico che tenga conto dei modi in cui erano intrecciati, riconoscendo allo stesso tempo come essi esponevano enigmi che spesso servivano ad esporre le divisioni all’interno del movimento.