ONE AND THREE CHAIRS, JOSEPH KOSUTH, 1965

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Capito!

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Abbiamo già parlato di Arte Concettuale, e Joseph Kosuth è una delle personalità più eminenti di questo movimento.

Questa opera, che non è altro che una sedia e due tele, è in realtà una delle opere più importanti della storia dell’arte contemporanea, capirete perché alla fine di questo articolo!

In questa immagine possiamo vedere tre elementi: una sedia vera e propria (su cui però nessuno può sedersi!), la fotografia della stessa sedia, e la definizione della parola “sedia”. Seguendo il titolo, l’artista ha voluto dimostrare come l’idea di sedia sia composta da tutti questi tre aspetti: l’oggetto, la rappresentazione dell’oggetto e la definizione del linguaggio che usiamo per indicarlo. Per questo motivo, l’artista avrebbe potuto scegliere qualsiasi oggetto, la scelta della sedia non ha un significato particolare (forse aveva un feticcio per le sedie??).

Ti ricorda qualcosa? Stiamo arrivando alle cose noiose: la filosofia. Ecco perché quest’opera è così importante, perché è un’opera filosofica. Ricorda la filosofia di Platone (di cui non sono autorizzato a parlare, quindi prendetela con critica), che teorizzava l’esistenza di un Iperuranio, una sorta di sovradimensionamento dove tutti gli oggetti e i concetti che conosciamo esistono sotto forma di idee. Per esempio, anche se ci sono milioni di sedie diverse nel nostro mondo, comprese quelle che sono state distrutte e quelle che devono essere costruite, c’è un’unica idea di “sedia” nell’iperuranio.

E’ a questo che si riferisce Kosuth, cercando di visualizzare questa “idea”, che però è puramente concettuale.

Renèe Magritte, Il tradimento delle immagini, 1928-29

C’è un altro riferimento da citare: Magritte! Nell’opera conosciuta come Ceci n’est pas une pipe, l’artista surrealista faceva una dichiarazione sulla relazione che esiste tra arte e realtà. Con quest’opera Magritte sta dicendo che l’arte non potrà mai essere così realistica da diventare realtà, ma sarà sempre solo una rappresentazione di essa. Se si chiedesse a qualcuno “Cosa vedi in questo quadro?”, la risposta ovvia sarebbe “Una pipa!”, ma Magritte sta dicendo che la risposta corretta dovrebbe essere “La rappresentazione di una pipa”. Perché sto dicendo tutto questo? Beh, Joseph Kosuth sta contribuendo a questo discorso, inserendovi l’aspetto del linguaggio. Crede inoltre che con la sua opera d’arte il concetto ideale di oggetto sia completo, andando oltre ciò che Magritte disse quarant’anni prima.

Diteci cosa pensate di quest’opera!

– M.C.

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