Tra un rilassamento muscolare e l’altro, la pressione intramuscolare ritorna transitoriamente a un livello inferiore alla pressione sanguigna venosa. Questo permette al sangue del sistema capillare di riempire le vene fino alla prossima contrazione. Si ipotizza che questo cambiamento di pressione possa essere abbastanza grande da attirare il sangue dal lato arterioso a quello venoso. Si ipotizza che questo calo di pressione durante la contrazione ritmica aumenta effettivamente il flusso di sangue attraverso il muscolo, e può essere responsabile di una parte dell’aumento del flusso di sangue muscolare immediatamente all’inizio dell’attività. Questa spiegazione è attraente, perché spiegherebbe lo stretto accoppiamento facilmente osservabile tra la contrazione muscolare e un rapido aumento del flusso sanguigno muscolare. Tuttavia, sono emerse prove recenti che mettono in dubbio questa teoria. Gli esperimenti hanno dimostrato che una forte contrazione muscolare può avvenire senza un corrispondente aumento del flusso sanguigno del muscolo scheletrico. Dato il modo proposto di azione della pompa muscolare per aumentare il flusso sanguigno arterioso, sembrerebbe impossibile che una contrazione muscolare e l’iperemia del muscolo scheletrico siano disaccoppiati. Un altro esperimento recente è stato in grado di trovare solo la prova che la vasodilatazione, non la pompa muscolare scheletrica, era responsabile del mantenimento della pressione corretta e del ritorno del sangue. Questo potrebbe avere a che fare con la mancanza di test fisiologici rigorosi finora utilizzati per essere in grado di dimostrare la pompa.
Esperimenti hanno dimostrato che l’uso di esercizi passivi per le gambe, dove veniva utilizzata solo la vasodilatazione, era responsabile dell’aumento del ritorno del sangue.