Procida

Storia anticaModifica

Alcuni oggetti greci micenei del XVI-XV secolo a.C. sono stati trovati a Procida. Tracce sono state trovate anche su Vivara, un isolotto al largo della costa sud-ovest di Procida. I primi coloni greci storicamente attestati arrivarono dall’Egeo in quest’isola durante l’VIII secolo a.C., seguiti da altri greci provenienti dalla vicina Cuma.

L’isola è menzionata dal satirico romano Giovenale, in Sat. 3, 5, come un luogo arido. Più tardi, durante il dominio romano, Procida divenne una rinomata località di villeggiatura per la classe patrizia di Roma.

MedioevoModifica

Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e la riconquista bizantina nelle Guerre Gotiche, Procida rimase sotto la giurisdizione del Duca di Napoli. Le continue devastazioni da parte dei Vandali e dei Goti prima, e dei Saraceni poi, spinsero la popolazione a reinsediarsi in un villaggio fortificato tipico dell’epoca medievale. La popolazione era riparata da un promontorio, naturalmente difeso da mura a picco sul mare che furono successivamente fortificate, acquisendo così il nome di Terra Murata (“terra murata”).

Testimonianze di questo periodo sono di coloro che presidiavano le torri di avvistamento sul mare, che diventarono il simbolo dell’isola. Con la conquista normanna dell’Italia meridionale, Procida conobbe il dominio feudale; l’isola, con un annesso di terraferma (il futuro Monte di Procida), passò sotto il controllo della famiglia Da Procida che continuò a tenere l’isola per più di due secoli. Il membro più famoso della famiglia fu Giovanni III da Procida, consigliere dell’imperatore Federico II e capo della rivolta dei Vespri Siciliani.

Nel 1339, il feudo, insieme all’isola d’Ischia, passò alla famiglia Cossa, di origine francese, fedeli seguaci della dinastia angioina allora regnante a Napoli. Baldassare Cossa fu eletto Antipapa nel 1410 con il nome di Giovanni XXIII. In questo periodo iniziò una profonda trasformazione economica dell’isola, poiché l’agricoltura fu lentamente abbandonata a favore della pesca.

Vista della Corricella da Capo Pizzaco

Era modernaModifica

Durante il governo di Carlo V, l’isola fu concessa alla famiglia D’Avalos. Le incursioni dei pirati continuarono durante questo periodo. Particolarmente notevole fu quella del 1534, guidata dal famigerato ammiraglio turco Hayreddin Barbarossa.

Nel 1744, il re Carlo III fece di Procida una riserva di caccia reale. In questo periodo la flotta procidana raggiunse il suo apice, sostenuta da un periodo di fiorente costruzione navale. La popolazione salì a circa 16.000 persone. Nel 1799, Procida prese parte alle rivolte che portarono alla proclamazione della Repubblica Napoletana. Con il ritorno della dinastia borbonica pochi mesi dopo furono decapitati 12 procidani.

Le guerre napoleoniche portarono diversi episodi di devastazione dovuti alla posizione strategica dell’isola negli scontri navali tra francesi e inglesi. Nel 1860, dopo la caduta del Regno delle Due Sicilie, l’isola entrò a far parte del neonato Regno d’Italia.

Procida nel 1972.

XX secoloModifica

Il XX secolo vide una crisi della costruzione navale procidana dovuta alla concorrenza dei conglomerati industriali. Nel 1907 Procida perse il suo territorio continentale, che divenne indipendente ed è comunemente chiamato Monte di Procida.

Nel 1957, il primo acquedotto subacqueo in Europa fu costruito a Procida.

Negli ultimi decenni, la popolazione ha lentamente iniziato a crescere. L’economia rimane in gran parte legata all’industria marittima, sebbene anche l’industria turistica sia cresciuta.

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