In superficie, Occhi di Gufo è un personaggio perspicace. Vede cose che agli altri sfuggono. In realtà, però, è più facilmente ingannabile di chiunque altro.
I grandi occhiali, naturalmente, lo legano al cartellone di Eckleburg. C’è un continuo contrasto tra superficie e realtà nel libro, con l’assillante domanda di come distinguere la differenza. Occhiali più grandi? Quelli di Eckleburg sono i più grandi, e non vedono quello che succede davanti a loro.
Incontriamo per la prima volta “Occhi di gufo” nella biblioteca di Gatsby. Il suo vero nome non viene mai detto, ma potrebbe rappresentare Ring Lardner. Sta guardando il primo volume delle Stoddard’s Lectures, uno di quei libri che nessuno legge ma che dice di avere. Si accorge che è un libro, non un oggetto di scena, ma le pagine non sono state tagliate. (A quei tempi i tipografi risparmiavano tempo piegando grandi fogli e rilegandoli insieme, il che lasciava i bordi del libro una serie di pieghe piuttosto che di pagine. Per leggere, quindi, era necessario un coltello da carta per tagliare queste pieghe). Gatsby non ha mai letto il libro, e se non ha letto il primo volume, non ne ha letto nessuno. Il libro è reale, la casa è reale, ma Gatsby no. Occhi di gufo vede che il libro è un libro, ma è tutto qui. Vede la superficie ma non la realtà. “Non puoi giudicare un libro dalla sua copertina” è invertito – vede dentro il libro ma non dentro il suo proprietario.
Incontriamo poi Occhi di Gufo nel vialetto dopo che si è schiantato con la macchina. Ammette allegramente di non saper guidare. Tuttavia, è riuscito a impedire a tutti gli altri di partire, e non ha idea di come risolvere la situazione. Di nuovo, vede la superficie (sa guidare) ma non la realtà (non sa affrontare le conseguenze di un incidente).
Infine, si presenta al funerale di Gatsby. L’unica persona che prova tanta compassione, oltre a Nick, è la persona che non può vedere. Gatsby è una sagoma di cartone. Occhi di gufo è arrivato alle sue feste e crede che la facciata sia reale, ma Gatsby è morto perché non era la persona che sembrava essere. Non era affatto una persona, solo un vuoto che sperava che Daisy riempisse.