rivoluzione commerciale, nella storia europea, un cambiamento fondamentale nella quantità e nella portata del commercio. Nel tardo Medioevo una costante espansione economica aveva visto l’ascesa delle città e l’avvento delle banche private, di un’economia monetaria e di organizzazioni commerciali come la Lega Anseatica. Sotto le nuove monarchie nazionali, in particolare quelle di Portogallo, Spagna, Paesi Bassi e Inghilterra, i mercati divennero più ampi e sicuri. L’espansione commerciale fu supportata da miglioramenti tecnici nella navigazione marittima, e dal 1450 circa furono fatte esplorazioni, prima in Africa, poi in Asia e nel Nuovo Mondo. Verso la metà del XVI secolo il commercio dell’Asia era stato strappato agli arabi e le merci orientali si riversarono in Europa. Dal Nuovo Mondo arrivarono oro e argento, che in meno di un secolo raddoppiarono i prezzi europei e stimolarono notevolmente l’attività economica.
Il fulcro del commercio si spostò dai porti del Mediterraneo a quelli dell’Atlantico, furono organizzate compagnie di noleggio e i continui miglioramenti nella navigazione e nella costruzione delle navi accelerarono i lunghi viaggi. Con l’evoluzione di un commercio mondiale, furono adottati i principi del mercantilismo e le barriere commerciali locali furono abrogate, stimolando il commercio interno. Apparvero anche moderne strutture di credito; le nuove istituzioni includevano la banca statale, la borsa e il mercato dei futures, e furono creati la cambiale e altri nuovi mezzi di scambio. L’accelerazione dell’attività commerciale portò alla specializzazione economica, portando così alle trasformazioni nella produzione associate al capitalismo moderno. Entro il 1700 il palcoscenico era pronto per la rivoluzione industriale.
Cfr. H. A. Miskimin, The Economy of Early Renaissance Europe, 1300?1460 (1969); J. Gies, Merchants and Moneyymen (1972); M. M. Postan, Medieval Trade and Finance (1973); P. Spufford, Power and Profit: The Merchant in Medieval Europe (2003).