Sofonisba Anguissola, (nata verso il 1532, Cremona – morta nel novembre 1625, Palermo), pittrice del tardo Rinascimento conosciuta soprattutto per la sua ritrattistica. Fu una delle prime artiste conosciute e una delle prime donne artiste a stabilire una reputazione internazionale. Tra le pittrici, fu inusuale in quanto suo padre era un nobile piuttosto che un pittore.
La maggiore di sette – sei ragazze e un ragazzo – Anguissola nacque in una famiglia ricca. Come un vero uomo del Rinascimento, suo padre, Amilcare Anguissola, era guidato dalle parole di Baldassare Castiglione ne Il cortigiano, non ultimo nelle sue considerazioni sulla corretta educazione di una giovane donna. Nel 1546 sia Sofonisba che Elena, la sua seconda figlia, furono mandate a vivere nella casa di Bernardino Campi, un importante pittore locale. Rimasero sotto l’istruzione di Campi per tre anni fino a quando lui si trasferì da Cremona a Milano. Sofonisba continuò la sua formazione con Bernardino Gatti, attraverso il quale acquisì un apprezzamento del lavoro di Correggio. Durante questo periodo della sua vita, grazie all’influenza di suo padre, ricevette anche l’incoraggiamento di Michelangelo, copiando un disegno che lui le inviò e inviandolo a lui per la sua valutazione. Mentre cominciava a guadagnarsi da vivere, Sofonisba insegnò anche alle sue sorelle Lucia, Europa e Anna Maria a dipingere. Circa 30 dei suoi dipinti di questo periodo, inclusi molti autoritratti e il ben noto Lucia, Minerva ed Europa Anguissola che giocano a scacchi (1555), sono sopravvissuti fino al XXI secolo.
La reputazione di Anguissola si diffuse, e nel 1559 fu invitata a Madrid, alla corte di Filippo II, dove, oltre a dipingere ritratti, fu assistente dell’infanta Isabella Clara Eugenia (poi arciduchessa d’Austria) e dama di compagnia della terza moglie di Filippo, Elisabetta di Valois. La maggior parte dei dipinti di Anguissola di questo periodo non sono più esistenti, essendo bruciati in un incendio a corte durante il XVII secolo. Verso il 1571, mentre era ancora a Madrid e con una dote fornita dal re, sposò un siciliano, Fabrizio de Moncada. Anche se una volta si pensava che si fosse stabilita con lui in Sicilia, studi recenti suggeriscono che potrebbe essere rimasta in Spagna dopo il suo matrimonio. Rimase vedova intorno al 1579.
A bordo di una nave diretta a Cremona alla fine del 1579, Anguissola conobbe il capitano, un nobile genovese di nome Orazio Lomellino, e nel gennaio 1580 lo sposò. Dal 1584 fino al 1616-20 circa la coppia è nota per aver vissuto a Genova. Durante questo ultimo periodo, fu influenzata dal lavoro del pittore genovese Luca Cambiaso. Il suo lavoro, come quello di molte pittrici, fu spesso attribuito a pittori maschi del periodo – nel caso di Anguissola, pittori diversi come Tiziano, Leonardo da Vinci, Giovanni Battista Moroni, Alonso Sánchez Coello e Francisco de Zurbarán. Verso la fine della sua vita, il 12 luglio 1624, fu visitata dal giovane pittore fiammingo Anthony van Dyck, che registrò i suoi consigli per lui e fece uno schizzo dell’anziano pittore nel suo taccuino.
Indubbiamente, Anguissola è stato tra i pittori più compiuti del tardo Rinascimento. Non meno commentatore di Giorgio Vasari, che la vide lavorare nella casa di suo padre nel 1566, notò nelle sue Vite dei più eminenti pittori, scultori e architetti che aveva “lavorato con più profondo studio e maggiore grazia di qualsiasi donna dei nostri tempi a problemi di disegno, perché non solo ha imparato a disegnare, dipingere e copiare dalla natura, e riprodurre più abilmente opere di altri artisti, ma ha dipinto da sola alcuni dipinti più rari e belli.”
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