Tempo e luogo: Sherman Alexie’s “What You Pawn I Will Redeem” (2003)

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Meno di 500 parole.

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Sono un fermo sostenitore dell’adagio, “La forma segue la funzione”, e quindi se un dispositivo è presente in una storia, deve servire ad un buon scopo.

Il racconto di Sherman Alexie, “What You Pawn I Will Redeem”, inizia con un’indicazione temporale – “Mezzogiorno” (8) – e presto scopriamo che la struttura temporale è giustificata perché la trama e il climax dipendono da essa. Passano più di tre pagine prima che l’indicazione di tempo successiva – “1 p.m.” (12) – appaia. A quel punto (non è un gioco di parole), ci siamo quasi dimenticati della struttura temporale. Ciò che ce la ricorda poco prima di questa transizione, però, è il conflitto che è sorto: il personaggio principale, un nativo americano senza casa a Washington di nome Jackson Jackson (sic), deve trovare 999 dollari entro mezzogiorno del giorno dopo per acquistare da un banco dei pegni i regalia cerimoniali rubati di sua nonna. Altrimenti, l’affare salta (12). L’orologio corre, e la struttura temporale diventa il dispositivo che guida la storia. Questo ci permette di ruminare sul secondo dispositivo di Alexie: il luogo.

Alexie identifica i luoghi, o le ambientazioni, in cui Jackson si trova all’interno della prosa, invece che attaccati all’indicazione del tempo. Questo perché Jackson si muove tra pochi luoghi all’interno della maggior parte degli intervalli di tempo. Il tempo è il fattore trainante della storia (niente di più teso di un orologio che fa il conto alla rovescia!) ma il luogo diventa l’arazzo della storia.

Vediamo di tutto, da un 7-11, a un negozio di pegni, a un vicolo, a un editore di giornali, a un negozio di alimentari coreano, a un bar, e di nuovo al negozio di pegni (e sono sicuro di averne dimenticato uno o due). È molto da coprire in una sola storia! Ma questa è la vita – presumiamo – di un senzatetto. Se lo colleghiamo all’eredità dei nativi americani di Jackson (i cui antenati di Spokane vivevano lì migliaia di anni prima), possiamo pensare a Jackson che vive il concetto stereotipato dell’indiano errante che vive della terra, come la terra è ora.

La storia di Jackson è una ricerca guidata dal tempo attraverso la sua terra natale in cerca di redenzione. Ci sono degli aiutanti lungo la strada, come il grande capo della casa editrice e il buon poliziotto Williams, ma Jackson è il suo peggior nemico: ogni dollaro che entra torna subito fuori; eppure, non rinuncia mai alla ricerca.

Finalmente, il tempo e il luogo si scontrano quando Jackson torna dall’agenzia di pegni. Comprendiamo che il banco dei pegni potrebbe essere esso stesso parte del mythos della ricerca di questo indiano, perché non è dove Jackson lo ricorda, e nessuno sembra averne sentito parlare (Alexie 27). Lui vaga e vaga, e poi lo trova giusto in tempo. Ma non ha i soldi. L’agente dei pegni accetta 5 dollari – 5 dollari diversi da quelli con cui Jackson ha iniziato (28) – perché non si trattava affatto di soldi. Si trattava della ricerca.

Siamo spesso disposti a perdonare all’eroe i suoi peccati, a trascurare la sua anima insanguinata e a perdonare la sua mancanza di soldi se, alla fine, arriva al momento giusto e nel posto giusto.

La mia recensione: Questa è la mia prima introduzione al lavoro di Alexie, anche se ho già sentito parlare di lui. Ho apprezzato l’onestà e la chiarezza con cui questa storia è stata scritta. La letteratura guidata dalla cultura non è quella che preferisco (anche se si potrebbe sostenere che tutta la letteratura è guidata dalla cultura e sembra non esserlo solo quando si tratta della tua cultura), ma quando uno scrittore la rende accessibile – cioè, quando uno scrittore non si basa sul senso di colpa per “muovere” il lettore – la apprezzo veramente. Mi è piaciuta questa storia.

Citazioni preferite:

  • “Non ho fatto a pezzi i cuori in una notte. Li ho spezzati lentamente e con attenzione”. (8)
  • “Amo l’odore dell’acqua dell’oceano. Il sale profuma sempre di memoria”. (13)
  • “‘Proprio come un uomo’, disse lei. ‘Tu ami il denaro e il potere più di quanto ami me’. ‘E’ vero,’ dissi io. E mi dispiace che sia vero”. (17)

Lavoro citato

Alexie, Sherman. “Quello che tu hai impegnato io lo riscatterò”. Il lettore di gabbiano: Stories. 2nd ed., edited by Joseph Kelly, Stati Uniti, W.W. Norton, 2008, pp. 8-28.

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