Brigate Rosse, organizzazione militante di sinistra in Italia che ha guadagnato notorietà negli anni ’70 per rapimenti, omicidi e sabotaggi. Il suo scopo autoproclamato era quello di minare lo stato italiano e aprire la strada a un rivolgimento marxista guidato da un “proletariato rivoluzionario”
Il presunto fondatore delle Brigate Rosse fu Renato Curcio, che nel 1967 fondò un gruppo di studio di sinistra all’Università di Trento dedicato a figure come Karl Marx, Mao Zedong e Che Guevara. Nel 1969 Curcio sposò una collega radicale, Margherita Cagol, e si trasferì con lei a Milano, dove attirarono un gruppo di seguaci. Proclamando l’esistenza delle Brigate Rosse nel novembre 1970 attraverso l’incendio di varie fabbriche e magazzini a Milano, il gruppo iniziò a rapire l’anno successivo e nel 1974 commise il suo primo omicidio; tra le sue vittime quell’anno ci fu l’ispettore capo della squadra antiterrorismo di Torino.
Nonostante l’arresto e l’incarcerazione di centinaia di presunti terroristi in tutto il paese – compreso lo stesso Curcio nel 1976 – gli omicidi casuali continuarono. Nel 1978 le Brigate Rosse rapirono e uccisero l’ex primo ministro Aldo Moro. Nel dicembre 1981 un ufficiale dell’esercito statunitense con l’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO), il generale di brigata James Dozier, fu rapito e tenuto prigioniero dalle Brigate Rosse per 42 giorni prima che la polizia italiana lo salvasse incolume da un nascondiglio a Padova. Tra il 1974 e il 1988, le Brigate Rosse hanno compiuto circa 50 attacchi, in cui sono state uccise quasi 50 persone. Una comune tattica non letale impiegata dal gruppo era la “gambizzazione”, in cui una vittima veniva colpita alle ginocchia in modo che non potesse più camminare.
Al suo apice negli anni ’70, si ritiene che le Brigate Rosse comprendessero da 400 a 500 membri a tempo pieno, 1.000 membri che aiutavano periodicamente, e alcune migliaia di sostenitori che fornivano fondi e rifugio. Un attento e sistematico lavoro di polizia portò all’arresto e all’imprigionamento di molti leader e membri ordinari delle Brigate Rosse dalla metà degli anni ’70 in poi, e alla fine degli anni ’80 l’organizzazione era quasi distrutta. Tuttavia, un gruppo che sosteneva di essere le Brigate Rosse si rese responsabile negli anni ’90 di vari attacchi violenti, compresi quelli contro un alto consigliere del governo italiano, una base statunitense ad Aviano e il NATO Defense College.
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