Gli effetti diretti e indiretti (mediati da fattori biologici) dell’inbreeding sulla mortalità pre-produttiva (morte prima dei 20 anni) sono stati studiati in uno studio caso-controllo condotto nella contea di Lancaster, Pennsylvania, Old Order Amish. Un totale di 211 casi di morte pre-produttiva tra il 1969 e il 1980 e 213 controlli vivi sono stati confrontati per le differenze nei coefficienti di consanguineità, malformazioni congenite, peso alla nascita, età gestazionale, complicazioni alla nascita e altri fattori demografici, ottenuti collegando i casi e i controlli ai registri vitali e al registro genealogico Amish che risale al 1700. I coefficienti di consanguineità (F) per i casi e i controlli sono stati calcolati utilizzando il metodo di tracciamento degli antenati comuni nei pedegree multigenerazionali. La stretta consanguineità (F maggiore o uguale a 1/64) era un fattore di rischio significativo per la mortalità pre-produttiva; odds ratio = 1,55. Utilizzando il modello log-lineare, l’effetto della stretta consanguineità sulla mortalità è risultato essere mediato da tre meccanismi casuali indiretti: Indipendentemente dallo stato di caso-controllo, la consanguineità era significativamente correlata alle malformazioni congenite (registrate alla nascita), al ritardo di crescita intrauterino (peso alla nascita inferiore al 10° percentile per l’età gestazionale), e al verificarsi di altri decessi nella fratellanza. A sua volta, ognuno di questi fattori è stato indipendentemente correlato alla mortalità indipendentemente dalla consanguineità. Nessun effetto diretto significativo della consanguineità è rimasto dopo l’aggiustamento per questi fattori. Non ci sono stati effetti dell’inbreeding sulla prematurità (meno di 37 settimane), o complicazioni della nascita. Questo studio suggerisce che l’inbreeding aumenta il rischio di mortalità pre-produttiva aumentando il rischio di ritardo di crescita intrauterino e di malformazioni congenite ma non la prematurità. Il modello log-lineare fornisce un utile approccio all’analisi dei fattori di rischio diretti e indiretti utilizzando meccanismi biologici.