Marziale

Marcus Valerius Martialis, conosciuto in inglese come Martial, era un poeta latino dell’attuale Spagna, meglio conosciuto per i suoi dodici libri di Epigrammi, pubblicati a Roma tra l’86 e il 103 C.Marziale è considerato il padre dell’epigramma moderno; le sue brevi e argute poesie – 1.561 in tutto – forniscono brevi, vivaci e spesso straordinariamente umoristici ritratti dei membri del popolo romano. Marziale scrisse un certo numero di epigrammi per imperatori, generali, eroi, tra gli altri; ma ciò che forse lo segna come l’epigrammatista più innovativo della storia antica è che anche, spesso, prese la gente comune per i suoi soggetti. Marziale scrisse epigrammi su schiavi e senatori allo stesso modo, e il suo lavoro indaga e satireggia ogni livello degli strati sociali romani. Gli epigrammi di Marziale, con la loro brevità e la loro arguzia, sono spesso andati meglio in traduzione e nel corso dei secoli rispetto alle epiche dense e alle liriche dei suoi colleghi romani antichi. Rimane uno dei più popolari di tutti i poeti latini, ed è accreditato, ancora oggi, come uno dei più influenti poeti satirici di tutti i tempi.

Prima vita

La conoscenza della vita di Marziale deriva quasi interamente dalle sue opere, che possono essere più o meno datate in base ai noti eventi storici a cui si riferiscono. Nel libro X dei suoi Epigrammi, composto tra il 95 e il 98 d.C., Marziale menziona la celebrazione del suo cinquantasettesimo compleanno. Era, quindi, probabilmente nato il 1° marzo 40, sotto Caligola o Claudio. Il suo luogo di nascita era Augusta Bilbilis in Hispania. I suoi genitori, Fronto e Flaccilla, sembrano essere morti in gioventù.

Il suo nome sembra implicare che fosse nato cittadino romano, ma egli parla di sé come “nato dai Celti e dagli Iberi”; è probabile quindi che la famiglia di Marziale non fosse etnicamente romana, ma che avesse raggiunto abbastanza ricchezza e status per guadagnarsi la cittadinanza romana. Viveva in una famiglia relativamente benestante e godeva di una vita relativamente agiata e lussuosa.

E’ stato educato in Hispania, un paese che nel primo secolo ha prodotto diversi notevoli scrittori latini, tra cui Seneca il Vecchio e Seneca il Giovane, Lucano e Quintiliano. Marziale si professa della scuola di Catullo, Pedo e Marzio, e ammette la sua inferiorità solo al primo. L’influenza di Catullo su Marziale è chiara, dalla scelta del soggetto al suo tono demotico e spesso satirico.

Vita a Roma

Marziale si trasferì a Roma nel 64 d.C., forse incoraggiato dal successo letterario dei suoi connazionali. Si suggerisce, anche se non è chiaro, che durante i suoi primi anni nella città visse sotto il patrocinio di Lucano e Seneca il Giovane.

Non sappiamo molto dei dettagli della vita di Marziale per i primi venti anni dopo il suo arrivo a Roma. Pubblicò alcune poesie giovanili di cui pensava molto poco negli ultimi anni, e ride di uno sciocco libraio che non avrebbe permesso loro di morire di morte naturale (i. 113). Dalla sua corrispondenza si può dedurre che i suoi amici e la sua famiglia lo spingevano a praticare l’avvocatura, ma che lui preferiva la sua vita bohémienne e senza sbocchi. Scrivendo un certo numero di poesie occasionali si fece molti amici influenti e mecenati, e si assicurò il favore di entrambi gli imperatori Tito e Domiziano. È grazie a queste conoscenze che Marziale riuscì a racimolare una vita, sopravvivendo grazie alle donazioni e alle commissioni della nobiltà.

La prima delle sue opere esistenti, nota come Liber spectaculorum, fu pubblicata per la prima volta all’apertura del Colosseo durante il regno di Tito. Due libri noti con i nomi di Xenia e Apophoreta, che consistono quasi interamente in distici che descrivono regali fatti a vari membri della nobiltà, furono pubblicati per i Saturnalia nell’84. Nell’86 Marziale diede al mondo i primi due dei dodici libri di epigrammi su cui poggia la sua reputazione.

Da quel momento fino al suo ritorno in Hispania nel 98 pubblicò un volume quasi ogni anno. I primi nove libri e la prima edizione del Libro X apparvero durante il regno di Domiziano, mentre il Libro XI apparve alla fine del 96, poco dopo l’ascesa al trono di Nerva. Un’edizione rivista del Libro X, quella che possediamo ora, apparve nel 98, circa al tempo dell’entrata di Traiano a Roma. L’ultimo libro fu scritto dopo tre anni di assenza in Hispania, poco prima della sua morte.

La sua partenza definitiva da Roma fu motivata dalla stanchezza per i pesi che gli imponeva la sua posizione sociale, e apparentemente dalle difficoltà di affrontare le spese ordinarie della vita nella metropoli (x. 96). Il ben noto epigramma indirizzato a Giovenale (xii. I 8) mostra che per un certo periodo il suo ideale fu realizzato; ma la prova più attendibile dell’epistola in prosa allegata al Libro XII dimostra e che non poteva vivere felicemente lontano dai piaceri letterari e sociali di Roma per molto tempo. L’unica consolazione del suo esilio fu una signora, Marcella, di cui scrive piuttosto come se fosse la sua protettrice. Allontanato dalla vita frenetica di Roma che ispirò tante sue poesie, Marziale morì infine, nella sua terra natale, nel 102 o 103 d.C.

Epigrammi di Marziale

Marziale aveva un acuto senso di curiosità e un potere di osservazione, che traspare nei suoi epigrammi. L’interesse letterario permanente degli epigrammi di Marziale deriva tanto dalla loro qualità letteraria quanto dai riferimenti coloriti alla vita romana che contengono. Gli epigrammi di Marziale danno vita allo spettacolo e alla brutalità della vita quotidiana nella Roma imperiale, con la quale egli era intimamente connesso.

Da Marziale, per esempio, abbiamo uno sguardo sulle condizioni di vita nella città di Roma:

“Vivo in una piccola cella, con una finestra che non entra nemmeno bene.
Borea stesso non vorrebbe vivere qui.”
Libro VIII, n. 14. 5-6.

Come ha scritto Jo-Ann Shelton, “il fuoco era una minaccia costante nelle città antiche perché il legno era un materiale da costruzione comune e la gente spesso usava fuochi aperti e lampade ad olio. Tuttavia, alcune persone potrebbero aver deliberatamente appiccato il fuoco alle loro proprietà per riscuotere i soldi dell’assicurazione”. Marziale fa questa accusa in uno dei suoi epigrammi:

“Tongilianus, hai pagato 200.000 sesterzi per la tua casa.
Un incidente, troppo comune in questa città, l’ha distrutta.
Hai raccolto 1.000.000 di sesterzi.
Ora ti chiedo: non ti sembra possibile che tu abbia dato fuoco alla tua stessa casa, Tongilianus?”
Libro III, n. 52

Martial disprezza anche la medicina del suo tempo:

“Mi sentivo un po’ male e ho chiamato il dott. Beh, sei venuto, Simmaco, ma hai portato 100 studenti di medicina con te.
Cento mani ghiacciate mi hanno punzecchiato e trafitto.
Non avevo la febbre, Simmaco, quando ti ho chiamato – ma ora ce l’ho.”
Libro V, n. 9

Gli epigrammi di Marziale si riferiscono anche all’estrema crudeltà mostrata agli schiavi nella società romana. Di seguito, egli rimprovera un uomo di nome Rufo per aver fustigato il suo cuoco per un piccolo errore:

“Tu dici, Rufo, che il tuo coniglio non è stato cotto bene,
e chiedi la frusta.
Preferisci tagliare il tuo cuoco,
piuttosto che il tuo coniglio.”
Libro III, No. 94

Gli epigrammi di Marziale sono anche caratterizzati dal loro pungente e spesso pungente senso dell’umorismo, così come dalle loro osservazioni realistiche e attente della vita romana – questo gli ha fatto guadagnare un posto nella storia della letteratura come l’originale comico degli insulti. Di seguito è riportato un campione delle sue opere più offensive:

“Tu fingi giovinezza, Laetino, con i capelli tinti
al punto che improvvisamente sei un corvo, ma ultimamente eri un cigno.
Non inganni tutti; Proserpina sa che sei vecchio:
Ti toglierà la maschera dalla testa.”
Libro III, No. 43 “Si dice, Chiona, che sei vergine
e che nulla è più puro dei tuoi piaceri carnali.
Nonostante, non fai il bagno con la parte giusta coperta:
se hai la decenza, sposta le tue mutande sul tuo viso.”
Libro III, n. 87 “Tu mi dici, Cerylus, che i miei scritti sono rozzi. È vero.
Ma solo perché scrivo di te.”
Libro I, n. 67 “Mangia lattuga e mele morbide:
perché tu, Febo, hai la faccia dura di un uomo che defeca.”
Libro III, n. 89

Note

  1. Shelton, Jo-Ann. Come facevano i romani: A Sourcebook in Roman Social History. New York: Oxford University Press, 1988.

Tutti i link recuperati il 24 agosto 2018.

  • Liber spectaculorum (in latino)
  • Epigrammata (in latino) presso Bibliotheca Augustana.
  • Xenia (in latino)
  • Epigrammaton (in latino) presso The Latin Library.

Crediti

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  • Storia di Martial

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  • Storia di “Martial”

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